Con la presentazione al Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2012 del documento “Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014- 2020” ed a seguito delle raccomandazioni specifiche all’Italia (Country specific recommendations) approvate dal Consiglio europeo il 27-28 giugno 2013, sulla base dell’analisi del Programma Nazionale di Riforma (PNR) 2013 dell’Italia, è avviato il percorso per la programmazione dei fondi strutturali dell’Unione europea.

Sulla base del confronto partenariale attivato agli inizi del 2013, è disponibile il documento, aggiornato al 9 dicembre 2013, dove sono definiti gli obiettivi strategici della programmazione 2014-2020, gli interventi, i risultati attesi ed i relativi fondi utilizzabili.

Gli obiettivi tematici indicati:

1 – Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
2 – Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Nonché l’impiego e la qualità delle medesime
3 – Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura
4 – Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori
5 – Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi
6 – Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali
7 – Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete
8 – Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori
9 – Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione)
10 – Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente
11 – rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente .

Il documento partenariale si propone di offrire un sostegno alla competitività delle imprese e dei territori, al miglioramento ed efficientamento del patrimonio edilizio ed infrastrutturale, alla valorizzazione e tutela del patrimonio culturale ed ambientale, all’incremento dell’occupazione ed alla eliminazione delle situazioni marginali, di povertà e di degrado. In definitiva, mira a realizzare condizioni idonee per lo sviluppo, anche attraverso l’utilizzazione efficiente e coordinata dei fondi disponibili.

I fondi su cui si fa riferimento ammontano a circa 41,5 miliardi di euro (FESR, FSE e FEASR)1. Sono differenziati per categorie di regioni: più sviluppate, in transizione, meno sviluppate.

E’ prevista una prima ripartizione per obiettivi tematici. Almeno il 5% delle risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale sono destinate ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile delegate alle città per essere gestite per mezzo degli ITI – Investimento Territoriale Integrato – di cui all’articolo 99 del Regolamento Generale U.E. (disposizioni comuni proposte).

Il documento partenariale del 9 dicembre 2013 promuove importanti attività di intervento e di coordinamento nell’ambito dello sviluppo urbano sostenibile. Lo strumento dell’Investimento Territoriale Integrato (I.T.I.) è ancora in corso di valutazione e di definizione, in modo da poter verificare la sua migliore utilizzazione attraverso la costruzione di programmi operativi.

Nell’ambito dell’approccio integrato e territoriale definito dagli ITI, questa Direzione ha promosso un programma straordinario per la riduzione del disagio abitativo e di miglioramento della qualità prestazionale e urbana degli edifici esistenti, seguendo gli orientamenti del documento partenariale del 9 dicembre 2013, soprattutto quelli contenuti nella rubrica 3. Sviluppo territoriale integrato, tra cui preme evidenziare la parte relativa alla organizzazione dei programmi operativi regionali in riferimento all’agenda urbana.

Il programma si muove nel contesto del Titolo V della Costituzione rispettando i ruoli, compiti e responsabilità dei vari attori nonché le modalità di utilizzo e di impiego degli strumenti oggi previsti per l’attuazione di interventi in materia di politiche abitative. In particolare:

  • l’Amministrazione centrale assume un ruolo di “regolazione” per garantire sia la coerenza degli indirizzi delle varie politiche sia l’attuazione di regole comuni per tutti gli attori nel sistema;
  • allo Stato è riservata la determinazione dei principi fondamentali per la legislazione concorrente;
  • allo Stato è riservata la determinazione dei livelli essenziali relativi alle prestazioni in materia di diritti sociali e civili garantiti su tutto il territorio nazionale;
  • l’iniziativa legislativa è attribuita alle Regioni, anche sulle materie a competenza congiunta;
  • Il sistema, che si fonda ora su nuovi rapporti tra centro e periferia, supera i vecchi modelli di coordinamento gerarchico e punta a favore di procedure decentrate basate su relazioni di tipo cooperativo e sussidiario e sulla condivisione di obiettivi.

Le azioni sulle politiche abitative si pongono in maniera trasversale rispetto ad alcuni obiettivi tematici individuati nei documenti preparatori della prossima programmazione dei fondi strutturali 2014-20202 e si colloca adeguatamente all’interno delle azioni per lo sviluppo territoriale integrato previste dal documento partenariale del 9 dicembre 2013.

Il programma, contenendo azioni concrete di intervento e di coordinamento, si propone anche di dare un contributo per definire lo strumento dell’ITI – Investimento Territoriale Integrato – ed accedere alla riserva del 5% destinata ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile delegate alle città.

Nella allegata Bozza 0 è chiarito che il programma si attua attraverso due tipologie di azioni: i programmi di intervento definiti nell’ambito dei piani di sviluppo regionali (nelle forme di coordinamento opportune con gli ITI) e un programma di assistenza tecnica e di azioni di sistema curato a livello di centrale, nell’ambito del quale si sviluppano gli indirizzi, le regole comuni e gli standards per la programmazione e l’attuazione degli interventi, si definiscono gli indicatori e si mette in opera quell’integrazione tra istituzioni che nel campo delle politiche abitative per almeno un decennio è venuta meno, e che deve essere ristabilita per potenziare la capacità strategica e gestionale dei soggetti attivi e responsabili sul territorio.

L’iniziativa è anche perfettamente coerente con le indicazioni della Comunicazione della Commissione UE “Strategia per la competitività sostenibile nel settore delle costruzioni e delle sue imprese”, con la risoluzione del Parlamento Europeo del 11 Giugno 2013 P7_TA(2013)0246 in materia di edilizia popolare in Europa (Social housing in the European Union) e con l’ordine del giorno CD 9/1310 – A/21 accolto il 30 luglio 2013 dal Governo in materia di riqualificazione energetica e strutturale del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.